lunedì 29 novembre 2010

appuntamento al 14 dicembre a bosisio

Il 14 dicembre p.v. - presso il Centro Studi G. Parini, via Appiani 10, Bosisio Parini - alle ore 18.00 la nostra cooperativa organizza un importante momento di riflessione e confronto sulle connessioni tra infromatica e umanistica.
La conferenza dal titolo "Per una rivoluzione tecnologica umanistica" sarà tenuta da un gruppo di docenti dell'università degli studi di Milano che fanno riferimento alla rivista Led - informatica umanistica.
Di seguito pubblichiamo i nomi dei relatori della serata:
MASSIMO PARODI, Direttore di “Informatica Umanistica”, Dipartimento di Filosofia, Università degli Studi di Milano
ALFIO FERRARA, Dipartimento di Informatica e comunicazione, Università degli Studi di Milano
STEFANO MONTANELLI, Dipartimento di Informatica e comunicazione, Università degli Studi di Milano
CHIARA SELOGNA, Dipartimento di Filosofia, Università degli Studi di Milano

Vista l'importanza dei relatori siste tutti invitati a partecipare

giovedì 11 novembre 2010

SIAMO ELETTRIZZATI!!!!!!!!!!!!!!

11 NOVEMBRE 2010.
ATTIVATI E MESSI IN RETE I PANNELLI FOTOVOLTAICI.
DA OGGI PRODUCIAMO E CONSUMIAMO ENERGIA PULITA.
UN PICCOLO PASSO PER MIGLIORARE L'AMBIENTE.
UN GRANDE PASSO PER LA NOSTRA PICCOLA COOPERATIVA.
FINALMENTE ACCENDIAMO IL NOSTRO SOLE.
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martedì 2 novembre 2010

IL VENTO CI PORTERA'...


Mi chiamo Andrea Parmagnani e sono un socio della cooperativa di cui state visitando il blog; lavoro come educatore e, se siete in questo blog, sapete già che ci occupiamo di accoglienza, riabilitazione psico-ergo-terapeutica e reinserimento socio-lavorativo di soggetti tossico-alcool dipendenti maschi maggiorenni.

Da un po’ di anni abbiamo sentito l’esigenza di riflettere sui “luoghi dell’educare” per crearne di nuovi; luoghi dove la dimensione della relazione si potesse esprimere attraverso i desideri e le passioni degli educatori.

Nascono così i laboratori di arte, teatro e Reiki gestiti dagli educatori della cooperativa che negli anni hanno acquisito competenze e professionalità in quei campi.

L’ultimo nato è il laboratorio di navigazione a vela che nasce dal mio desiderio di offrire l’opportunità di un incontro con qualcosa di speciale rispetto all’esperienza della relazione con l’altro a persone che hanno a bilancio della loro vita una serie di appuntamenti mancati.

Abbiamo da un po’ la disponibilità di una barca e di un attracco a Valmadrera, il che ci ha finalmente consentito di progettare dei corsi di introduzione alla navigazione a vela strutturati in brevi cicli di circa due mesi ciascuno con piccoli gruppi di 4 persone.

Vi domanderete a cosa serve. Credo che ci siano molte possibili risposte. Navigare a vela è una questione di tecniche e conoscenze da imparare, ma non solo.
Salendo su una barca ci si accorge quasi subito che è anche una questione di percezione e sensibilità.
Si potrebbe dire che andare in barca a vela abitua a sopportare meglio l’idea della nostra transitorietà, della nostra precarietà di esseri umani.
Ci si muove all’interno di due fluidi (l’acqua e l’aria) sospinti dalla sola forza del vento. Le forze in gioco sono in continuo movimento e l’equipaggio è alla continua ricerca di un equilibrio per mantenere l’assetto della barca, la rotta, la salvaguardia delle attrezzature e delle persone, con lo scopo di andare dove si è deciso di andare.
Sono in molti a dire che la vela è in qualche modo una scuola di vita, cioè molto più che un passatempo; a mio parere è uno dei rari casi in cui questa affermazione non corre il rischio di diventare un luogo comune.
Si impara a dare il proprio contributo alla conduzione e non a essere passivamente condotti; ovvero si partecipa da protagonisti ad ogni momento decisionale, ciascuno nel proprio ruolo.
Si impara ad autogestirsi per suddividere equamente i lavori a bordo (il buon risultato è direttamente proporzionale all’impegno profuso).
Si impara ad ascoltare e osservare per saper prevedere le azioni da compiere in un ambiente in continua trasformazione.
Si impara l’importanza della conoscenza e della competenza tecnica che unite all’esperienza portano ai migliori risultati.
Si impara a credere nel gruppo e a relazionarsi con gli altri poiché mai come navigando a vela, l’espressione “siamo tutti sulla stessa barca” corrisponde al vero.
Tutto ciò lo si apprende mentre ci si diverte senza soluzione di continuità tra le due cose.
Si è letteralmente immersi nella natura e in rapporto diretto con gli elementi che dobbiamo imparare a conoscere e rispettare.
Per chiudere questo post dirò che l’ultimo venerdì di ottobre c’è stata la prima uscita del primo ciclo con la nostra barca e tre dei nostri ospiti (ne approfitto per ringraziare Emilio, armatore e skipper senza il quale questo progetto non potrebbe esistere); le tre ore passate in navigazione nel primo bacino del Lario nel ramo di Lecco ha riempito tutti i partecipanti di soddisfazione e voglia di proseguire; non poteva esserci migliore conferma di quanto ho provato a esporre sopra.
Mi auguro che queste righe abbiano stimolato la curiosità e il desiderio dei profani e l’interesse di quanti fanno già parte di questo mondo dai quali volentieri accetteremo critiche e suggerimenti.
In tal senso dirò che siamo già in contatto con gli amici dell’associazione Annje Bonnje (circolo velico di Como), da tempo sensibile ai temi del disagio sociale e che ha tra i suoi principi guida quello di provare “…a spezzare qualcuna delle catene che costringono in condizioni di marginalità alcuni giovani.”

Con loro siamo già riusciti ad organizzare una giornata di navigazione sul lago di Como con quattro equipaggi che ha generato come prevedibile molto entusiasmo. Quello che non vogliamo che succeda è che questa cosa rimanga a carattere episodico e di semplice intrattenimento.

È nata l’idea di progettare un intervento a più lungo termine che prevede come tappa conclusiva la partecipazione alla regata di una delle prossime edizioni della Handy cup (nel 2010 già alla nona edizione) all’interno del progetto di respiro europeo che ha i suoi principi nel Manifesto Europeo della Vela Solidale. Il progetto pone l’attenzione sui bisogni dei più deboli e degli ultimi, per un miglioramento della qualità della vita di tutti.

Le note dolenti come al solito sono quelle economiche, ma dopo che finalmente è stato compiuto il primo passo abbiamo la speranza di riuscire a raggiungere inostri obiettivi.

Vi terrò aggiornati e auguro a tutti Buon Vento!

Andrea