martedì 11 febbraio 2014

Lo sport è integrazione sociale. L’Armani Junior Program


a cura di Christian Broch, Presidente Accoglienza e Lavoro

Incontriamo oggi Paolo Monguzzi, che lavora nel dipartimento marketing, eventi e progetti speciali della Pallacanestro Olimpia EA7 Milano
Buongiorno Paolo, per prima cosa, grazie per la disponibilità. Partiamo da te. Chi sei e cosa fai?
Lavoro da 8 stagioni per l’Olimpia, cominciando come l’ultimo degli assistenti allenatori del settore giovanile. Pian piano la mia crescita interna mi ha portato dietro le scrivanie in un ambito di lavoro che mi piace molto e per cui ho studiato.
Cos’è l’AJP?
io tifo positivoArmani Junior Program è un progetto di ampio respiro. È partito 6 anni fa come un programma di affiliazione alla Pallacanestro Olimpia Milano per 20 società del territorio milanese. Negli anni siamo cresciuti molto: oggi AJP conta 81 società affiliate, un progetto per le scuole elementari, un progetto per le scuole superiori e tanti eventi di promozione della pallacanestro e dei valori di Olimpia.
Perché la squadra italiana più titolata di pallacanestro e uno il gruppo Armani ha deciso di investire in questo progetto?
Perché l’Olimpia è un patrimonio di storia e valori che va comunicato. La presenza della pallacanestro sui giornali e tv italiane è marginale ma possiamo sfruttare questo deficit a nostro vantaggio: il grande lavoro di Armani Junior Program è sempre stato quello di avvicinare il più possibile il campione al giovane appassionato. In questo dobbiamo essere più forti del calcio, nel cercare di far sentire un appassionato di basket vicino alla più alta espressione cestistica in città.
Una società sportiva come l’Olimpia mira sempre all’eccellenza. Come si può mettere insieme l’aspetto agonistico e quello dell’attenzione al giocatore meno bravo?
Non ne farei una questione di bravo o meno bravo. Per noi è importante creare e coltivare nuovi tifosi, affezionati alla pallacanestro e a Olimpia. L’aspetto tecnico è importante ma, se pensiamo ai numeri, l’eccellenza tecnica riguarda neanche lo 0,5% del movimento.
Qualche giorno fa ho assistito con un gruppo di bambini che alleno ad una partita dell’Olimpia all’interno della scuola del tifo. E’ stata un’esperienza molto interessante… Centinaia di bambini festanti a cantare, a sventolare bandiere, felici, spensierati, coinvolti e consapevoli, che lo sport – giocato o guardato – è soprattutto rispetto. Non pensi che sia qualche cosa da pubblicizzare e da veicolare per rendere lo sport migliore?
Penso che sia un progetto molto semplice, non abbiamo inventato niente di particolare. Di certo ciò che ci contraddistingue è la grande continuità data al progetto. Spesso sento parlare di idee simili ma altrettanto spesso vedo progetti che nascono più per essere mostrati sui giornali o in tv piuttosto che garantire una continuità educativa ai ragazzi.
Olimpia Milano significa anche impegno nelle scuole. Ci spieghi cosa fate?
All’interno delle scuole milanesi siamo presenti con due progetti. Il primo, GIOCO DI SQUADRA, è rivolto alle scuole elementari ed è un percorso di quattro incontri su collaborazione, competizione e rispetto delle regole. Il secondo progetto, inaugurato quest’anno, si chiama Olimpia@School ed ha coinvolto 8 classi di 8 istituti superiori milanesi. Ogni classe è in gara con le altre e sviluppano un percorso nella quale sono stimolati nel diventare una piccola società sportiva.
Nelle iniziative nelle scuole partecipano anche i giocatori… Mi dici la reazione degli studenti? E i giocatori come vivono queste attività?
I giocatori durante le sessioni con gli studenti sono davvero la ciliegina sulla torta. Riescono a catturare l’attenzione dei ragazzi, partecipando attivamente ai programmi e soprattutto mettendosi sullo stesso piano dei ragazzi. In questo tipo di attività devo dire che gli americani hanno una marcia in più.