mercoledì 22 maggio 2013

Come comportarsi di fronte ad una bocciatura?


Bocciatura, come comportarsi?

di Christian Broch, educatore, presidente Accoglienza e lavoro
Come ogni anno, si avvicina il tanto sospirato fine anno per gli studenti. Come comportarsi di fronte alla bocciatura? La domanda che spesso ci si sente porre è sempre più frequentemente questa: “Devo punire o consolare mio figli che non hanno superato l’anno scolastico?”
Si tratta di una domanda complessa su cui occorre porre delle riflessioni preliminari. Ogni caso da visto ed analizzato nella sua singolarità, nella sua unicità.
Tuttavia una domanda chiama sempre una risposta e proverò qui a delineare alcune riflessioni poiché questo è un tema delicato, spesso fonte di tensioni. Nella pratica ho conosciuto genitori . che di fronte alla bocciatura e al come comportarsi verso il figlio – litigare aspramente per questo motivo perché un genitore voleva punire il malcapitato e l’altro invece voleva coccolarlo. IN questo caso, come in molte altre tappe ed inciampi della crescita mamma e papà devono seguire una unica linea.
Il problema, appunto, è quale via sia la più efficace.
Partendo dal presupposto sopra citato che non ci sono ricette facili e uguali per tutti possiamo anche aggiungere tuttavia che alcuni punti fermi invece ci sono.
Da un lato infatti i ragazzi vanno sostenuti psicologicamente. Ma anche puniti, se necessario, in modo costruttivo: inutile costringerli a tre mesi solo sui libri. Utile, invece, inserire la logica della privazione del togliere qualche cosa, ad esempio internet e telefonino per sottolineare la gravità della bocciatura.
Scendendo più nel dettaglio possiamo poi diversificare alcuni tipi di bocciatura: ci sono casi, ad esempio, di ‘bocciature inspiegabili’, di ragazzi dotati che si trovano, soprattutto nel passaggio a scuole di grado superiore, in difficoltà per la prima volta. Questo accade il più delle volte perché lo studente non ha consapevolezza del proprio metodo di studio. Negli anni ha sopperito con le sue capacità alla mancanza di metodo per poi pagarne il prezzo. Questo può portare il ragazzo a vissuti di frustrazione, di non sentirsi all’altezza, di vivere questo fallimento esperienziale, come invece un fallimento esistenziale. In questo caso, pur rimanendo ferma la dimensione della punizione, è necessario un forte lavoro di sostegno ma anche un aiuto per imparare a studiare. Per fare scoprire un metodo di studio efficace.
Altre volte il problema può essere anche legato ad un errore nell’orientamento scolastico, nel passaggio alle scuole superiori. Spesso infatti uscendo alla scuola secondaria non si ha ancora l’idea chiara di quale indirizzo scolastico seguire. Questo è un punto molto importante, preventivo alla bocciature. Bisogna essere fermi nel non accettare la scelta della scuola in base al “la fanno tutti i miei amici”, piuttosto che “si studia meno”. Bisogna provare ad orientare il ragazzo su un possibile interesse, su una possibile passione. E’ questa un’operazione rischiosa ad alto margine di errore. Spesso sbagliamo nell’aiutare i nostri figli ad indirizzare gli studi….
E allora che fare? In questo caso Il primo punto è capire insieme cosa è successo analizzando gli elementi che hanno portato alla bocciatura. In quest’ottica è utile parlare con gli insegnanti approfonditamente evitando, però, l’atteggiamento di chi cerca il capro espiatorio. Quando i genitori hanno la capacità di spiegare ai ragazzi ciò che è avvenuto considerando più le dimensioni interne (capacità, impegno, competitività) invece che esterne (richieste eccessive da parti degli insegnanti), sono di maggiore aiuto”. In fondo, non è un dramma cambiare scuola, dopo un passaggio a vuoto e dopo un lavoro di accompagnamento, forse la scelta è più fondata, più radicale, di segnata sul corpo.
Il passo successivo è “studiare insieme una strategia per affrontare la situazione. Ma è meglio farlo un paio di settimane dopo la pagella. Il ragazzo, infatti, deve avere il tempo di metabolizzare il ‘colpo’ emotivo e pensare”.
In ogni caso l’arrabbiatura di mamma e papà per l’insuccesso “è sana”. Anche se si deve evitare “che il giudizio espresso si concentri sulla persona. Il giudizio, netto e duro, deve limitarsi ai comportamenti (ad esempio: non ti sei impegnato abbastanza) e non sulla persona (sei fannullone). Solo in questo modo è possibile indurre l’idea che cambiare è possibile: il comportamento può essere infatti migliorato, mentre se ci si sente ‘sbagliati’ è più difficile pensare di farcela”.
In ogni caso la bocciatura non va negata.
Una punizione è utile soprattutto nei casi in cui il ragazzo sembra non dare importanza all’accaduto. Ma esagerare, con un rimprovero continuo, può essere controproducente. Più utile, nei ragazzi particolarmente ‘menefreghisti’ “un’esperienza lavorativa, ad esempio. O lo stop a internet, tablet e cellulari, soprattutto se c’è un eccessivo attaccamento a questi strumenti.
Infine uno dei problemi che i genitori devono affrontare di fronte ad una bocciatura, è quello di decidere se far cambiare strada al figlio o se fargli affrontare le sue difficoltà.
Una valutazione che dipende dalla psicologia del ragazzo: Se si tratta di una persona che tende a sfuggire alle responsabilità può essere utile che torni ad affrontare il problema; se invece il problema è di un errore di orientamento tornare sui propri passi è un’opzione da valutare, chiedendo aiuto ad alcuni esperti.
E’ anche per questo che la cooperativa da alcuni anni ha aperto un servizio di consulenza educativa e psicologica “Volta la carta” per il sostegno alla genitorialità e alla famiglia. L’accesso è semplice: basta chiamare il 348.5977.141 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.00, risponderà un’assistente sociale che vi potrà fissare un appuntamento con un esperto per capire se possiamo essere utili. Il primo incontro è gratuito (per i cittadini di Molteno e Bosisio Parini, con i quali la cooperativa è convenzionata, il servizio è totalmente gratuito) .


tratto da:
lecconotizie.com

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