martedì 4 giugno 2013

la fiaba e il bambino

Ospitiamo oggi un contributo della nostra amica ed ex collega Claudia Ferraroli che ringraziamo per l'articolo e la disponibilità. Buona lettura a tutti.

La fiaba e il bambino

di di Claudia Ferraroli, pedagogista clinica-autrice di libri gioco e giochi educativi
Per prima cosa definiamo con esattezza cosa è una fiaba: la fiaba è un racconto che ci trasporta lontano dalla realtà quotidiana e narra vicende situate in un mondo immaginario. I protagonisti delle fiabe sono creature umane coinvolte in avventure straordinarie con personaggi dai poteri magici come fate, orchi, giganti, gnomi.
E’ probabile che le fiabe, trasmesse un tempo solo oralmente, siano la semplificazione di antichi miti, rielaborati nel tempo dalla fantasia popolare. Per secoli sono state raccontate a grandi e bambini ed hanno costituito un repertorio di saggezza e fantasia. A partire dal diciassettesimo secolo, in seguito all’emergere del pensiero illuminista e razionale, le fiabe sono diventate un intrattenimento principalmente per bambini.
La fiaba presenta una vicenda più ricca ed articolata rispetto alla favola. Gli avvenimenti sono caratterizzati da elementi magici e fantastici, intrecciati ad elementi verosimili. La narrazione di solito inizia da un momento in cui il protagonista subisce un danno o avverte una mancanza. Ci sono poi delle prove da superare, magari con l’aiuto di mezzi magici, infine c’è la sconfitta dell’antagonista ed il lieto epilogo.
Gli eventi presenti in una fiaba si snodano solitamente in quattro momenti:
1. Il primo momento riporta il luogo, il tempo, i personaggi principali, l’inizio dell’azione
2. Il secondo momento è dedicato allo svolgimento dell’azione con avventure di ogni genere
3. La terza fase è quella del momento culminante in cui il soggetto si trova di fronte ad eventi catastrofici
4. La parte finale, il quarto momento, è caratterizzata dalla vittoria del protagonista sulle avversità.
I personaggi solitamente hanno caratteristiche ben definite e a volte in contrasto tra loro (buono/ cattivo, sincero/bugiardo). Nelle fiabe più famose troviamo principi, principesse, re, regine, streghe, maghi, il vecchio, la vecchia, la fata, il folletto etc.
Una costante nelle fiabe è il fatto che sia il tempo sia lo spazio sono indefiniti e generici. E’ difficile stabilire in che epoca e quanto duri la vicenda di una fiaba, così come definire l’appartenenza geografica di una storia. Luoghi tipici delle fiabe sono invece castelli, boschi, caverne e fiumi.
La formula iniziale più classica, che segna spesso l’ingresso nello spazio magico della fiaba, è “C’ERA UNA VOLTA”…
Le formule finali invece possono variare e non sempre ci riportano alla realtà, ma un “VISSERO FELICI E CONTENTI…” è il più noto.
Spesso nelle fiabe si trovano delle ripetizioni di episodi simili, questo serviva per favorire la memorizzazione della storia a chi ascoltava. Elementi come: la fortuna che aiuta i più deboli, l’astuzia e l’intelligenza che sconfiggono il male, elementi magici e misteriosi, la lotta tra il bene e il male sono motivi ricorrenti.
Il linguaggio è molto semplice, perché le fiabe sono principalmente indirizzate ai bambini e perché per lo più venivano raccontate oralmente. Per cui si trovano: discorsi diretti, ripetizioni di parole, formule magiche, espressioni popolari, brevi filastrocche. I tempi verbali spesso si trovano al passato remoto o all’imperfetto.
AUTORI FAMOSI DI FIABE
Il francese CHARLES PERRAULT (1628-1703) rielaborò CAPPUCCETTO ROSSO e scrisse IL GATTO CON GLI STIVALI, CENERENTOLA, LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO e altre.
I tedeschi JACOB e WILHELM GRIMM raccolsero, in giro per la Germania, i racconti dalla voce di donne anziane .Presero spunto da questi per scrivere fiabe quali Hansel e Gretel, Il principe ranocchio, Biancaneve e i sette nani.
Il danese HANS CHRISTIAN ANDERSEN ( 1805-1875) scrisse LA SIRENETTA, LA PICCOLA FIAMMIFERAIA, IL SOLDATINO DI PIOMBO.
L’italiano ITALO CALVINO, scrittore moderno, ha raccolto in ”FIABE ITALIANE” i racconti popolari italiani, sul modello dei fratelli Grimm.
Come la fiaba può essere d’aiuto al bambino?
Il bambino che ascolta o racconta la fiaba partecipa con tutto se stesso alla storia, perché avverte, anche se non consapevolmente, che la storia lo riguarda. Ogni fiaba, infatti, attraverso le vicende del protagonista e degli altri personaggi, propone conflitti, emozioni o pulsioni che appartengono anche al mondo psichico interno del bambino.
Attraverso un processo di IDENTIFICAZIONE con i personaggi della fiaba, il bimbo riesce a vivere anche le situazioni conflittuali, angoscianti, ansiogene, ma alla fine si libera da tutti quei sentimenti con il lieto fine.
Inoltre nella fiaba troviamo sempre l’elemento della TRASGRESSIONE, che trascina il protagonista in sventurate vicende (es. Cappuccetto Rosso che disubbidisce alla mamma), ma che lo conduce poi alla TRASFORMAZIONE di sé (diventa più coraggioso, o più forte, più avveduto o più felice, più ricco o più potente): e la trasformazione è irrinunciabile elemento di evoluzione, in particolare durante l’infanzia. Perciò per i bimbi leggere o ascoltare o inventare una fiaba significa cercare le proprie profonde risorse evolutive, anche laddove vi siano difficoltà emotive o relazionali. E’ noto, infatti, l’utilizzo intensivo delle fiabe e, in generale, della narrazione nelle psicoterapie infantili: ciò è legato anche alla ricchezza simbolica dei contenuti fiabeschi.
Che consigli dare ai genitori?
Viene da sé che ai genitori è vivamente consigliato leggere le fiabe ai propri figli, spronarli ad inventarne di nuove o rappresentare le più note attraverso il gioco imitativo, le marionette , i burattini o i travestimenti più o meno improvvisati.
Può essere anche utile e ,oserei dire liberatorio, invitare il bambino a rappresentare tramite il disegno i momenti della fiaba che più l’hanno colpito o intrigato! E se poi notate che ci sono dei temi o dei personaggi all’interno della storia che sembra prediligere, divertitevi in biblioteca a cercare tutte le fiabe antiche e moderne che riportino ciò che il vostro bimbo ama tanto!
Un piccolo aiuto per inventare fiabe insieme ai vostri figli il gioco in scatola “INVENTA FIABA” con allegato il libro“giochiamo a raccontare” di claudia ferraroli, ed. la fabbrica dei segni, 2012
di Claudia Ferraroli, pedagogista clinica-autrice di libri gioco e giochi educativi, www.claudiaferraroli.it 


tratto da: lecconotizie.com 

1 commento:

  1. La sola idea che io debba raccontare a mio figlio una favola con intenti psico-pedagogici mi mette ansia. Pensare a ciò che si dice per arrivare ad un fine... è innaturale. Se mio figlio vuole una fiaba, io gliela racconto, inventandola sul momento. Se vuole la felicità, io gliela fornisco, con storie di luce.
    Non capisco perché si debba già razionalizzare la spontaneità di un bambino, costringendolo a ragionare come un adulto. Tra l'altro, sono proprio gli adulti ad essere pieni zeppi di schemi mentali.
    Perché non vengono create favole per adulti, per esempio? Credo che ne avrebbero molto più bisogno.

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