giovedì 1 agosto 2013

Perde l’azienda giocando a videopoker e deve licenziare 10 dipendentI: ECCO PERCH' DICIAMO NO SLOT


TREVISO – La sua azienda aveva cominciato ad andare male, colpita come molte altre dalla difficile congiuntura economica. Solo che lui anzichè rimboccarsi le maniche ha preferito confidare nella fortuna, ed in particolare nei videopoker. Sperando in questo modo di risolvere i suoi problemi e risollevare le sorti della sua piccola azienda. Così alla fine ha speso ogni centesimo, facendo fallire l'azienda e mettendo in strada dieci dipendenti. Quella dell'imprenditore di un Comune dei dintorni di Treviso è solo una delle tante storie approdate al Servizio dipendenze dell'Usl di Treviso. «Cercava di risolvere i problemi e di risollevare i bilanci dell'azienda giocando – ha spiegato il primario del Sert, Germano Zanusso – ma ha speso tutte le riserve che aveva a disposizione». Un'escalation che non ha permesso, al suo arrivo al Sert, di porre rimedio ad una situazione già compromessa. E ad aggravare i casi, come registra l'Usl, ci sarebbe proprio la crisi che spinge chi è già in difficoltà a spendere le poche monete che rimangono per scommettere sulla possibilità di sistemarsi per sempre. Ma mentre nei giocatori matura la convinzione di poter agganciare vincite facili, il Sert di Treviso dal 2009 ad oggi continua ad avere un incremento esponenziale di pazienti. Numeri impressionanti passati in meno di cinque anni da 4 a 92. A finire stritolati dall'azzardo nella convinzione prima di sistemarsi per sempre, poi solo di ripianare il buco creato con il gioco, non ci sono solo gli imprenditori, ma anche le madri di famiglia. «Il caso che mi ha colpito di più è quello di una mamma arrivata a rubare dal salvadanaio della figlia – continua Zanusso – per giocare. Proprio quando la figlia l'ha scoperta ha capito che quella passione e quel brivido erano diventate una patologia ed ha deciso di rivolgersi a noi».

Nessun commento:

Posta un commento