TREVISO – La sua azienda aveva cominciato ad andare male, colpita come
molte altre dalla difficile congiuntura economica. Solo che lui anzichè
rimboccarsi le maniche ha preferito confidare nella fortuna, ed in
particolare nei videopoker. Sperando in questo modo di risolvere i suoi
problemi e risollevare le sorti della sua piccola azienda. Così alla
fine ha speso ogni centesimo, facendo fallire l'azienda e mettendo in
strada dieci dipendenti. Quella dell'imprenditore di un Comune dei
dintorni di Treviso è solo una delle tante storie approdate al Servizio
dipendenze dell'Usl di Treviso. «Cercava di risolvere i problemi e di
risollevare i bilanci dell'azienda giocando – ha spiegato il primario
del Sert, Germano Zanusso – ma ha speso tutte le riserve che aveva a
disposizione». Un'escalation che non ha permesso, al suo arrivo al Sert,
di porre rimedio ad una situazione già compromessa. E ad aggravare i
casi, come registra l'Usl, ci sarebbe proprio la crisi che spinge chi è
già in difficoltà a spendere le poche monete che rimangono per
scommettere sulla possibilità di sistemarsi per sempre. Ma mentre nei
giocatori matura la convinzione di poter agganciare vincite facili, il
Sert di Treviso dal 2009 ad oggi continua ad avere un incremento
esponenziale di pazienti. Numeri impressionanti passati in meno di
cinque anni da 4 a 92. A finire stritolati dall'azzardo nella
convinzione prima di sistemarsi per sempre, poi solo di ripianare il
buco creato con il gioco, non ci sono solo gli imprenditori, ma anche le
madri di famiglia. «Il caso che mi ha colpito di più è quello di una
mamma arrivata a rubare dal salvadanaio della figlia – continua Zanusso –
per giocare. Proprio quando la figlia l'ha scoperta ha capito che
quella passione e quel brivido erano diventate una patologia ed ha
deciso di rivolgersi a noi».
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