Per il Consiglio di Stato le sale gioco non sono esercizi come gli altri
di Lorenzo Maria Alvaro
L'ordinanza che ribalta il Tar e dà ragione al Comune. «Un segnale importante» per Anna Scavuzzo, consigliere comunale milanese
«È un segnale molto importante perchè è il riconoscimento della
necessità da parte del Comune di agire sulla tutela della salute del
cittadino, anche in tema di gioco di azzardo». Così Anna Scavuzzo, presidente del gruppo consiliare Milano Civica del Comune di Milano ha salutato l'ordinanza
con cui il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar che
aveva stabilito come il Comune non potesse decidere sugli orari
d'apertura delle sale gioco (la sentanza in allegato).
«Il Consiglio stabilisce che gli enti locali hanno il dovere di occuaprsi di questi temi. Non si tratta di azioni moralistiche o di condanna del gioco. Sono posizioni che hanno il merito di mediare tra il lecito interesse imprenditoriale e la salute del cittadino», sottolinea Scavuzzo.
L'ordinanza poi ha anche altri meriti, non ha dubbi Scavuzzo. «Credo che il riuscire a distinguere quello che può fare il Comune su questi temi sia importante. Le case da gioco, è evidente, non sono semplici attività imprenditoriale. Per questo è giusto che si intervenga sugli orari di apertura al pubblico e sulla posizione al'interno del tessuto urbano. Il Consiglio questo lo mette nero su bianco».
Ma forse la cosa più importante che con questa decisione è stata chiarita è che non esista una mancanza di normativa. «Non c'è, a quanto pare, quel vuoto normativo che ha portato in questi anni il Tar a dar sempre ragione alle case da gioco. Come si è sempre pensato, stando alla normativa vigente, le sale slot non sono considerabili esercizi commerciali tout-court, perchè la fidelizzazione che nasce tra clientela ed esercente va molto al di là di quella tipica».
tratto da VITA
«Il Consiglio stabilisce che gli enti locali hanno il dovere di occuaprsi di questi temi. Non si tratta di azioni moralistiche o di condanna del gioco. Sono posizioni che hanno il merito di mediare tra il lecito interesse imprenditoriale e la salute del cittadino», sottolinea Scavuzzo.
L'ordinanza poi ha anche altri meriti, non ha dubbi Scavuzzo. «Credo che il riuscire a distinguere quello che può fare il Comune su questi temi sia importante. Le case da gioco, è evidente, non sono semplici attività imprenditoriale. Per questo è giusto che si intervenga sugli orari di apertura al pubblico e sulla posizione al'interno del tessuto urbano. Il Consiglio questo lo mette nero su bianco».
Ma forse la cosa più importante che con questa decisione è stata chiarita è che non esista una mancanza di normativa. «Non c'è, a quanto pare, quel vuoto normativo che ha portato in questi anni il Tar a dar sempre ragione alle case da gioco. Come si è sempre pensato, stando alla normativa vigente, le sale slot non sono considerabili esercizi commerciali tout-court, perchè la fidelizzazione che nasce tra clientela ed esercente va molto al di là di quella tipica».
tratto da VITA
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